Ancora Maria Teresa. Incontro sulla Trieste multietnica promosso dal LC Trieste Europa

mariteresaMaria Teresa (1717-1780), di cui il 13 maggio scorso ricorreva il terzo centenario dalla nascita, nel suo ruolo di Imperatrice d’Austria, ha fatto molto per Trieste. Il suo nome è legato anche allo sviluppo del porto che ha reso franco, cioè libero da dazi. In molti in città la celebrano con nostalgia, ma non tutti. Giovedì 7 settembre (ovviamente 2017) il Lions Club Trieste Europa le ha dedicato parte di un incontro, intitolato “Trieste, città multietnica e multiconfessionale. Il dialogo interreligioso. Laboratorio per il mondo” a cui ha invitato a parlare la dott.ssa Belinda Cimenti, di recente laureatasi con una tesi sull’argomento. La neolaureata è stata presentata dal prof. Roberto Vitale. Il nocciolo della tesi consisteva nell’affermazione che Trieste è oggi una città in cui convivono culture, etnie e religioni diverse in modo talmente armonico da indurre a considerarla una sorta di laboratorio della multicultura che sarebbe auspicabile esportare in tempi in cui il pacifico incontro tra cittadini “differenti” è diventata una necessità improcrastinabile. Le origini di tale eccellenza, secondo la dott.ssa Cimenti, sarebbero da cercare proprio nel regno di Maria Teresa che avrebbe dato il “la” a tale vocazione aprendo la città ad individui e comunità dalla provenienza più diversa.

Dopo l’esposizione della tesi, il Presidente del Lions Club Trieste Europa dott. Vincenzo Livia ha invitato a parlare alcuni rappresentanti delle comunità operanti a Trieste presenti in sala. Il Rabbino Capo Rav Alexander Meloni e l’Assessore alla Cultura della Comunità Ebraica Mauro Tabor hanno gettato acqua sul fuoco dell’entusiasmo per l’Imperatrice. «La Comunità Ebraica non ha una buona opinione di Maria Teresa» hanno affermato entrambi. La condizione degli Ebrei nell’Impero Austroungarico del XVIII secolo non era migliore che in altre parti del mondo. Chiusi nei ghetti – quello di Trieste è stato avviato proprio sotto l’Imperatrice – se volevano viaggiare da una parte all’altra dell’Impero dovevano pagare una tassa molto salata. Alla fine del suo regno e della sua vita Maria Teresa ha persino vietato la loro presenza nella capitale Vienna perché ne temeva la contaminazione (in senso morale soprattutto). «Alcune famiglie ebree benestanti di Trieste hanno sì ottenuto dei benefici (permesso di uscire dal ghetto, detassazione per gli spostamenti nell’Impero), ma perché ciò influiva positivamente sullo sviluppo di Trieste e sui commerci più in generale e non certo per una politica di apertura nei confronti del popolo ebraico tutto da parte dell’Imperatrice» ha affermato Tabor. Tabor ha pure contestato il carattere ospitale ed esemplarmente multietnico dei Triestini: durante la persecuzione degli Ebrei della seconda guerra mondiale, Trieste ha avuto il triste primato delle lettere di delazione ai loro danni, che hanno avuto come conseguenza numerosissime deportazioni.

Di diverso tenore è stato l’intervento del Presidente della Comunità Greco Orientale Ammiraglio Ritsos Stylianos che ha idealmente ringraziato Maria Teresa perché è stato proprio durante il suo regno che la sua Comunità ha potuto mettere radici a Trieste. L’Ammiraglio ha tracciato la storia della Comunità stessa mettendo in evidenza quanto la città ha fatto per i Greci e quanto la Comunità ha fatto e fa per la città. Al Comune di Trieste diverse tra le famiglie greche più abbienti hanno donato in passato le proprie importanti dimore – ville e palazzi – e oggi le attività promosse dalla Comunità sono aperte a tutti i Triestini.

L’incontro, inframmezzato dagli interventi canori della cantante quindicenne Silvia Zappa, è proseguito con altri interventi del pubblico (tra cui quello del Presidente della Comunità Croata di Trieste Damir Murković) e si è concluso con un rinfresco.

Tommaso Bianchi

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